Il primo viaggio ‘vero’ (da sola, in treno) fu a Roma, a 14 anni, per andare a “Bandiera Gialla”. Era ospite Patty Pravo e vinse la puntata “OB-LA-DÌ OB-LA-DÀ”. Il viaggio – anche e soprattutto in senso metaforico – mi ha sempre incantato e ho cercato di praticarlo in tanti modi, a partire dai piedi e dalla bicicletta. Quanto ai mezzi di più veloce locomozione, ne ho sperimentati (e successivamente riprodotti in pitture e/o performance) diversi: dai taxi gialli di New York e dalla Ferrari rossa co-protagonista del film “La Storia del Cantastorie” (TV Lubiana, 1995) a barchette o aerei che solcano il blu del mare e del cielo. Lì mi muovo con maggior agilità, specialmente se aiutata dalla fantasia che mi fa seguire il lento posarsi di una piuma o immaginare il volo umano di un “oisEAU”, farfalle, angeli, sirene, delfini. ecc. Dipingo anche Stendardi da viaggio su tessuto-non-tessuto, leggeri e facili da trasportare, specialmente se avvolti intorno al bastone della pioggia. Spesso raggruppo/penso azioni e/o pitture in TRIP-tici, perché trovo che la sequenza di tre sia una suite musicale che accoglie lo spazio e lo sviluppa nel tempo. Quanto al bagaglio, sono passata dalla valigia nera con lo sticker di New York, lasciata a Madrid come “unclaimed luggage” dopo aver viaggiato in nave da Cipro, al mitico e versatile hand luggage. È un trolley che riesce ad alloggiare tutto ciò che mi è indispensabile (abbigliamento da Sirena, accessori) in caso la valigia che viaggia in stiva venga persa. Quanto ai movimenti del viaggio, mi piace partire dalla “A”…