Gli autoritratti iniziano ben presto, in varie forme. Nei primi quadri raffiguravo l’ombra del mio volto proiettata a terra, sui muri o… in cielo, quasi a ritagliarmi uno spazio nel mondo. Seguirono gli autoritratti di oca e le grandi tele con la figura intera come “…comme un oisEAU” (1996) e altre in tenuta da S-bagnante. Preannunciavano le successive serie S-H-E, SHirEn e SHEren. dipinti e manichini realizzati a partire dal 2000 che mi traghettarono dal self alla ricerca – tuttora in corso – di un’identità ‘altra’. Con l’avvento della performance, il “Selfie” viene ripreso nella realizzazione di Stendardi dove riproduco con la pittura alcune foto significative. Nello stesso tempo, non disdegno di usare una macchina fotografica compatta per rapidi appunti di viaggio, ogni volta che una superficie riflettente mi rimanda un’immagine accattivante. Succede nelle situazioni più diverse: negli specchi delle toilette degli aerei, dei musei, all’interno di belle cornici, nelle vetrine, talora condividendo lo scatto con eventuali compagni di viaggio.