Quando penso ai primi luoghi ritratti, mi vengono in mente l’Olanda, Parigi, Edinburgo, St. Marie de la Mer, i mercatini di Natale rivisitati come personali cartoline-dipinte-sotto-vetro al ritorno dalle vacanze. Poi vennero i più impegnativi trittici su commissione, come quello della vicina Palmanova. Passeggiando ‘dopo’ nella città stellata, mi sembrò di possederne/averne colto un qualche/benché minimo frammento dell’anima. Seguirono i tanti paesaggi dipinti su busti sartoriali, immortalati in murales di arte privata e pubblica o in tempi più recenti, con la performance. Tutto questo mi permette di raccogliere preziose briciole dell’ineffabile che i posti offrono quando mi capita di essere là, da sola o in buona compagnia. Sono felice di vedere una ‘cattedrale naturale’ o un ‘bosco incantato’ a Lat 44° N e Long 11° E, laddove uno sguardo distratto avrebbe colto un pioppeto o un castagneto. Ritrarre persone o intervenire nei luoghi per me non fa differenza: è sempre materia viva da registrare di cuore. Del resto, anche il corpo è un luogo e mi piace/è comodo partire dal mio che è sempre a disposizione. Quadri e installazioni sul tema sono stati esposti in Germania per “Plȁtze” nel 1999. Partimmo dall’Italia con un furgone carico di dipinti di Madonne, piazze, vedute varie, visioni di New York e di un “…comme un oisEAU” ancora fresco di pittura, pronto a librarsi verso altri lidi. Sono seguite frequentazioni inaspettate come il cimitero del Père Lachaise o le spiagge di Coney Island, tutte capaci di trasformare l’ovvio in un non-solo-personale ALTROve.