Nell’affollamento di animali più o meno selvatici e/o volatili dipinti nei quadri a olio su/sotto vetro, ben prima dei mammiferi acquatici adottati con la performance art, emerge a un certo punto l’oca. Non è un’oca qualsiasi, ha delle ali molto particolari a forma di stella filante, non potrebbe mai volare con quel genere di appendici delle quali la mia immaginazione l’ha dotata. È decisamente un’oca terrestre e domestica (finché non scappa dalla cornice). Ben presto la considero un autoritratto e la dipingo su altri supporti/superfici: è il mio primo ‘selfie’. Nel tempo, la riprendo e la declino in mille modi, anche nella performance art. Ne colgo, di volta in volta, le sfumature (e le parentele) più inaspettate quale quella con il brutto anattroccolo che diventa candido cigno. Nel 2005, le celebrazioni per i 250 anni dalla nascita di Hans Christian Andersen mi offrono un ottimo pretesto per utilizzare la mitica paperetta gialla ritrovata e raccolta l’anno prima per le strade di Helsinki.