Il collage nasce dal gusto di pensare a tante cose insieme e nel raggrupparle di fantasia. È la magica wunderkammer dove posso visualizzare pensieri, preoccupazioni e speranze e collocarli in una struttura temporale aperta. È il mio modo di esplorare il tema della natura ‘morta’ (?) partendo da un sincero interesse verso i s-oggetti della vita quotidiana e dall’amore per i materiali, anche i più umili. Può essere espresso in diverse forme ma indipendentemente dal risultato, è il processo che mi interessa e che qualche volta è catartico. Penso ai primi quadri a olio su vetro con gli spaccati di wunderhouse e le librerie affollate di nuvole accanto ai volumi, o ai ritagli-memorie di carta messi sottovetro e completati con la pittura, per risparmiarmi la fatica di dipingere minuziosi dettagli. Seguono gli assemblage tridimensionali dei “Totem”, il gusto di usare le lenzuola di canapa della nonna per interi cicli pittorici come in “S-H-E”, gli oggetti fatti rivivere nelle performance, gli alto-rilievo dei “tAbleau vivant” che conducono alla trasformazione di una fetta di pioppo superstite in “YOUth”… Nel collage-decollage-assemblaggio a modo mio, c’è la fluttuazione nel tempo delle cose che si acquieta talvolta nella narrazione del cuore.